Il canottaggio include le diversità - 02/09/2014

L’attività sportiva è da sempre una delle strade più proficue per unire le persone e per promuovere l’integrazione delle diversità, e proprio il canottaggio è stato il primo sport, a livello nazionale ed internazionale, ad accogliere nei suoi ranghi i disabili, dando vita alle competizioni “adaptive” in occasione dei Campionati Italiani, delle Coppe del Mondo e dei Mondiali. Questa sinergia ha dato risalto al coraggio di tante donne e uomini straordinari che hanno trovato in questo sport un valido compagno per affermare la propria personalità e combattere l’esclusione. “L’acqua non ha barriere” sono le parole che accompagnano la storia del Pararowing (disciplina olimpica a partire dai Giochi di Pechino 2008), ma prima ancora l’esperienza dei numerosi sodalizi remieri che stanno inserendo l’adaptive tra le proprie attività.

 

Anche la Canottieri Sebino ha deciso di condividere con i diversamente abili la passione del canottaggio dando vita al progetto “Invoga!”. La collaborazione si è attivata con le cooperative Azzurra di Darfo, Sottosopra di Clusone (che operano nell’ assistenza e nei servizi educativi per disabili), Si Può, sempre di Darfo (impegnata nel recupero e reinserimento sociale di persone con problemi psichiatrici), ed il CSE di Sovere.

La storica società sportiva bergamasca mette a disposizione del progetto strutture e istruttori, oltre all’amicizia della propria squadra agonistica e all’esperienza centenaria nelle attività di formazione dei giovani allo sport, che l’hanno resa un punto di aggregazione di riferimento per il territorio.

Oggi diventa una realtà ancora più includente, mettendo a frutto le speciali qualità dello sport remiero che si contraddistingue sia per l’accessibilità, sia per l’aspetto motorio che impegna in modo armonico mente e corpo, sia per l’aspetto psicologico che beneficia di un rapporto esclusivo e coinvolgente della persona con l’elemento acqua e con lo scenario unico e rassicurante che lo circonda.

Il progetto “Invoga!” porta in campo – anzi in acqua –  queste qualità a sostengo di persone  con disabilità di diversa natura, da quelle motorie a quelle intellettivo - relazionali.

L’obiettivo è di insegnare a queste persone a remare attraverso un percorso sperimentale “ad hoc”, costruito su misura, ascoltando le loro esigenze e valorizzando le loro potenzialità.  La prospettiva futura è quella di portare in società una nuova versione del canottaggio, arricchente per tutti, e di formare nuovi atleti capaci di valorizzarlo anche in occasione di regate amatoriali.

A raggiungerlo ci pensano gli allenatori della Sebino con l’aiuto di alcuni volontari e degli operatori responsabili delle cooperative che hanno concepito, progettato e  promosso l’intervento insieme alla società sportiva loverese.

Si parte dal lavoro a terra con il remoergometro per poi entrare in vasca voga e poco a poco, con l’accompagnamento del giusto allenamento in palestra, scendere in acqua e mettere in successione i vari passaggi della tecnica di voga attraverso la remata di gruppo, favorita dalla nuova barca vichinga rimessa in campo per l’occasione dalla Sebino, grazie ad una azione collettiva di solidarietà.

Si sono così avvicendati presso la sede due gruppi di circa 10 ragazzi per due giornate a settimana, dal mese di marzo fino a luglio, per poi riprendere dopo la pausa estiva da settembre e proseguire tutto l’anno.

Sono ore di impegno e di lavoro che si aggiungono a quelle quotidianamente spese per gli allenamenti degli atleti della squadra agonistica, ma tutta la comunità Sebino – a partire dagli organi direttivi che hanno lanciato l’intervento – è convinta che il surplus di impegno verrà ampiamente ripagato dalla gratificazione di contribuire a un piccolo miglioramento nella qualità della vita personale di alcuni, che diventa motivo di arricchimento e orgoglio per tutta la collettività. Senza contare il livello di soddisfazione ancora più elevato che deriva dal contribuire concretamente a realizzare, attraverso uno sport accessibile e per tutti, i principi di rispetto, dignità e autonomia individuale sanciti dalla “Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità”.

 

Il valore di quanto svolto emerge dalle parole di uno degli educatori coinvolti nel progetto:

“Per quanto riguarda gli aspetti educativi l’attività è molto stimolante sia a livello motorio e di coordinazione, sia per aumentare la resistenza e la forza. E’ molto importante anche il mantenimento dell’attenzione e della concentrazione richiesta per andare in sincronia con gli altri, cosa che per molti sta evidenziando grandi risultati. L’attività per i nostri ragazzi è piuttosto faticosa ma col passare delle settimane sembra esserlo sempre meno. Per molti l’inizio è stato molto faticoso e abbiamo rischiato di “perderli per strada” ma nell’arco di poche settimane si sono sentiti più sicuri e l’uscita sul lago è stata decisiva per fargli cogliere la bellezza di questa attività. Tutti amano moltissimo il progetto e partecipano con grande entusiasmo (anche gli educatori!), credo che la ricchezza di questo progetto che unisce l’attività fisica con la dimensione di gruppo immersi nella natura sia davvero inestimabile.”

Un riconoscimento gradito, e di condivisione di questi principi, viene anche dalla Fondazione della Comunità Bergamasca Onlus, che ha deciso di inserire il progetto “Invoga!” tra quelli meritevoli di un proprio finanziamento. È un contributo concreto e molto importante che dà valore alla capacità della Canottieri Sebino di lavorare per il bene comune e che la aiuta a proseguire su questa bellissima strada.